L’Oro dei Contrabbandieri

L'oro dei contrabbandieri

Puoi Seguirci su:

Estate 2024.
Agosto
Oramai ci siamo, abbiamo ricevuto tutto il materiale dai nostri sponsor e la mail di questa mattina parlava chiaro. Finalmente abbiamo anche i permessi per volare in elicottero, li giro subito all’elicotterista e faccio un giro di chiamate a Davide, che inisieme a me sta organizzando la spedizione e si occuperà delle riprese, e Franco, lo storico che ci seguirà in questa avventura.

Ora però vi starete chiedendo, perchè useremo un elicottero? Dove dobbiamo andare? E soprattutto a fare cosa?
Dovete sapere che tra le centinaia di documenti che negli anni abbiamo visionato durante le nostre ricerche storiche in archivi statali e privati, ce ne fu uno che raccontava una storia antica almeno quanto la logora carta su cui era impressa.

Quei fogli infatti documentavano che da tempo immemore, in Ossola non solo venivano praticati scavi abusivi sui filoni auriferi più superficiali, ma anche che l’oro estratto illegalmente veniva portato nei pressi del confine svizzero.

Lì, contrabbandieri e mercanti si incontravano clandestinamente per scambiarsi merci e oggetti, usando come valuta il prezioso metallo.
Lo stato, per porre fine a questi traffici, mandò soldati e finanzieri a vigilare sui passi alpini, in quella che diventò una vera e propria caccia del gatto contro il topo.

Il documento terminava dicendo che, anche se catturati, raramente i contrabbandieri scontavano le pene previste.
Questo perché una volta capito che la cattura era imminente, avevano cura di nascondere o gettare il prezioso metallo cosi da non poter essere ricollegati all’estrazione illegale di oro.
Con queste informazioni circa la reale possibilità di trovare dell’oro perduto, non potevamo assolutamente restare fermi.

Con l’aiuto di Franco, abbiamo innanzitutto cercato di capire quali fossero i passi utilizzati dai contrabbandieri, e successivamente grazie ai nostri sponsor, che ci hanno aiutato a sostenere le spese, la questione è diventata decisamente più concreta.
Eravamo pronti a partire armati del nostro fidato Metal Detector XP Deus 2 alla volta di passi di confine presso i quali centinaia di uomini, con pesanti zaini carichi di merce illegale, avevano tentato la fortuna, correndo però considerevoli rischi.

Mai però ci saremmo aspettati di trovare antichi tesori risalenti ad epoche narrate solo sui libri di storia.
Tutto naturalmente è stato consegnato alle autorità, cosi come è previsto dalla legge, con l’augurio che questi frammenti di civiltà ormai scomparse possano essere debitamente conservate presso un museo, cosi che tutti possano ammirarli.

I passi esplorati, e i reperti di maggiore importanza sono i seguenti:
Passo di Saas, Valle Antrona: 33 monete di epoca romana (mediamente intorno al 350 D.C.)
Passo di Antigine, Valle Antrona: Il reperto più importante trovato è il proiettile che uccise il giovane contrabbandiere Giuliano Olzer il 6 Ottobre 1962. (Più giù in questa pagina i dettagli del ritrovamento)
Passo d’Arbola, Valle Antigorio: Fibula a Sanguisuga e anello, risalenti alla cultura di Golasecca 500 A.C. circa. Bossoli del fucile Carcano 91. Bossolo svizzero in alluminio, datato 1943.
Passo Mondelli, Valle Anzasca: 7 monete di epoca Romana e altri frammenti di monete, Sigillo alcolici databile 1937. Biglione della diocesi di Sion, 1572-1575. Grossetto di Vittorio Amedeo I di Savoia, 1631.

Un ringraziamento speciale va ai nostri Sponsor che aiutandoci con attrezzatura e moneta sonante hanno reso possibile queste spedizioni e scoperte (In ordine alfabetico):

Comune di Antrona Schieranco
Detector Center
Aggiungi il codice ” UDGAD10 ” al carrello per avere uno sconto del 10% sull’acquisto di un metal detector ed i suoi accessori.
Helivog – Base Vogogna
Makita
NeanderthART

Il proiettile che uccise Giuliano Olzer il 6 Ottobre del 1962

Durante la ricerca al passo di Antigine, la nostra squadra rinveniva nella sella del passo (la zona centrale, quella più bassa) due bossoli in calibro 9 Corto (9×17) (FOTO 1)
In Italia questo calibro venne utilizzato nelle armi d’ordinanza dei reparti ordinari della Guardia di Finanza (Beretta 34), e fino agli anni 80 era vietato ai civili.
Questo fatto ci da la prima certezza, ovvero che quel bossolo fu esploso da un finanziere, essendo quel calibro vietato e non in uso tra i civili.

Le scritte ancora leggibili sui bossoli riportano: (FOTO 2)
RM B-43 (Proiettile prodotto dallo Stabilimento Pirotecnico di Bologna nel 1943)
GFL 9M34 952 (Giulio Fiocchi Lecco, munizione da 9mm, prodotta nel 1952)
Prenderemo ora solo in considerazione il bossolo datato 1952 in quanto è plausibile pensare che quello datato 1943 sia stato sparato in tempo di guerra.
Ora, è giusto che sappiate che una volta prodotti e confezionati, i proiettili restano in circolazione spesso parecchio tempo prima di venire usati o sostituiti.
Devono passare infatti dai magazzini del produttore ai magazzini dell’esercito, dove stazionano per molto tempo, e solo in seguito vengono distribuiti alle caserme.
E’ quindi assolutamente probabile che il nostro proiettile, prodotto nel 1952, era ancora in circolazione 10 anni più tardi.

Continuando le ricerche, la nostra squadra rinveniva a 64 m di distanza (verso sud) dal luogo di ritrovamento dei bossoli, un ogiva FMJ RN (Full Metal Jacket, Round Nose – Piombo rivestito di rame o ottone, più raramente di acciaio ramato, a naso tondo) sparata.
Come sappiamo che fu sparata e non semplicemente persa?
Perchè nelle armi a canna rigata (come appunto le pistole), quando un proiettile viene sparato, sullo stesso rimangono impresse le rigature della canna.
Tali rigature sono chiaramente visibili sull’ogiva da noi trovata (FOTO 3)

OK, abbiamo due bossoli e un ogiva.
Ma come possiamo sapere se quell’ogiva fu sparata da quel bossolo?
La palla standard per le munizioni 9×17 della finanza era una FMJ RN con un peso che andava da 5.75 grammi fino a 6 grammi in base alla tipologia.
L’ogiva trovata ad Antigine (FOTO 4) ha un peso di 5.98 g, in linea quindi con i pesi palla per la cartuccia in questione.
E vi diremo di più, dal peso possiamo stabilire che l’ogiva era di tipo “Ordinario con rivestimento in ottone ed anima in piombo”.
Ora quindi cè anche la certezza che quell’ogiva fu sparata da una arma di un Finanziere, cosi come i bossoli.

Ma come possiamo affermare che quello è il proiettile che ha colpito a morte il giovane contrabbandiere?
Osservate la FOTO 5
Dal luogo dello sparo (zona di rinvenimento dei bossoli) alla croce di Giuliano Olzer vi sono solamente 3 traiettorie possibili.
Quella Verticale (sparo di avvertimento) che prevede uno sparo angolato quasi verticalmente rispetto al terreno.
Quella Alta, che prevede uno sparo angolato verso l’alto (verso il cielo, sopra l’orizzonte).
Quella Bassa che prevede uno sparo puntando l’arma sotto l’orizzonte.
Nel caso di sparo Verticale, il proiettile segue sempre una traiettoria Sub-orbitale (Ascendente ed in seguito discendente) con un apogeo (punto più alto) situato a (per il proiettile in questione) circa 0,9 km sopra il punto di sparo. Con uno sparo di questo tipo, la mai perfetta verticalita del colpo sparato per avvertimento e i venti in quota, il proiettile sarebbe caduto a non meno di 150/200m dal punto di sparo.
Nel caso di traiettoria Alta non avremmo mai ritrovato l’ogiva, in quanto a seguito dello sparo avrebbe oltrepassato le creste (tabelle balistiche indicano essere 1300 m la gittata massima di tale munizione), per cadere da qualche parte nei monti a nord della frazione Staffa (Valle Anzasca)
In caso di traiettoria Bassa, data la natura sassosa del terreno l’ogiva si sarebbe fortemente deformata a seguito dell’impatto, come potete vedere nella FOTO 6.
Tale foto rappresenta alcune ogive della stessa natura di quella trovata, dopo l’impatto a circa 50m di distanza contro terra e sassi (test effettuato in poligono di tiro).

Resta solo un opzione, per spiegare il ritrovamento di un ogiva, pressochè intatta, su un terreno pietroso come quello che caratterizza il passo di Antigine.
Ovvero l’impatto con un corpo vivente, che ne avrebbe rallentato la corsa facendo si che essa non avesse energia sufficente per deformarsi contro le rocce dopo averlo attraversato.
Il tassello finale è rappresentato dal luogo del ritrovamento, ovvero a soli 5 metri dalla croce posta sul luogo della morte del giovane contrabbandiere.
Il resto della storia la sapete già.

Potete vedere i video di questa incredibile ricerca qui sotto, cosi come le foto dei più bei reperti trovati

Galleria Fotografica