Nel 2018 il nostro Team, Underground Adventures, capitanato da Matteo Di Gioia, ha iniziato le ricerche per ritrovare le principali 10 miniere aurifere della Valle Antrona, situata in Piemonte e più precisamente ai piedi del Monte Rosa.
Infatti dal punto di vista geologico e giacimentologico, esso arriva fino alla valle Antrona.
I filoni mineralizzati di questa valle sono infatti confinanti con l’unità geologica del massiccio del Monte Rosa, e ne condividono la genesi ed età di quelle della valle Anzasca.
Inizialmente, il lavoro si è svolto interamente e per la durata di circa un anno, su documenti storici.
L’obbiettivo era comprendere l’ubicazione degli ingressi e l’estensione del complesso minerario.
E’ stato un lavoro lungo e certosino, ed è grazie allo studio ed all’incrocio delle informazioni, trovate su centinaia di documenti spesso contradditori ed incompleti, che siamo arrivati ad avere, ormai a metà 2019, dati concreti ed indicazioni relativamente precise circa la posizione degli ingressi.
A quel punto sono iniziate le ricerche sul campo, che si sono rivelate tutt’altro che semplici.
Dopo 2-3 mesi di ricerche tra boschi, costoni di roccia, e zone impervie, finalmente la scoperta della prima miniera perduta, quella che i documenti chiamano “Toni”.
Il giorno della scoperta, giornata di pioggia, stavamo seguendo quelle che parevano essere le vestigia di un antico sentiero.
Su di esso, frane, alberi caduti e vegetazione, lo nascondevano quasi completamente.
Dopo circa due ore, l’incontro con un primo rudere ci fece capire che eravamo sulla buona strada.
Si trattava probabimente di una falegnameria o qualche edificio dalla funzione simile, che serviva come officina per i lavori della miniera.
A poca distanza, l’edificio che poteva essere del capocantiere o guardiano era facilmente riconoscibile dalla presenza del caminetto e altri dettagli interni.
Le rovine dell’attacco della teleferica, con ancora le putrelle di ferro conficcate nella roccia, ci toglievano ogni dubbio.
Eravamo vicini, ma qualcosa ci sfuggiva.
Andando avanti infatti il sentiero, precedentemente largo, scompariva, lasciando posto a della folta vegetazione.
E’ stato grazie a Layla, il lupo cecoslovacco che ci segue sempre nelle nostre uscite di ricerca che la abbiamo trovata.
Mentre tornavamo sui nostri passi dopo aver perso il sentiero, Layla si è infilata a curiosare in uno stretto buco che precedentemente, a causa di molti detriti non avevamo visto.
Era l’ingresso principale.
Allagato ed internamente franato, conduceva al primo vuoto minerario.
Da qui poi seguendo una galleria di traverso banco ci inoltravamo nel resto di questa miniera perduta.
Inesplorata e non contaminata da presenza umana, è rimasta esattamente come la storia ce l’ha lasciata, con ancora al loro posto dei badili, un piccone, le punte dei perforatori ed una cariola in legno, rimasti dove l’ultimo minatore li aveva lasciati.
Nella polveriera, una cassa di circa 90 x 50 centimetri interamente in legno, occupava ancora il suo posto nonostante i 100 anni passati.
Le gallerie portavano fino a cuore di questa miniera, un fantastico pozzo allagato, dove anche con le potenti luci delle nostre torcie non riuscivamo a scorgere il fondo.
Sotto potete leggere gli articoli ed i video che hanno parlato di questa scoperta.
Successivamente, ci siamo spinti verso le altre miniere, di cui i documenti parlavano ma che, a parte le principali, nessuno conosceva.
Ci sono voluti altri mesi di ricerche ed approfondimenti, che ci hanno portato a fare un enstusiasmante viaggio su per queste fantastiche e selvagge montagne.
Viaggio che ha dato i suoi frutti.
Al termine del 2020 avevamo infatti trovato tutte le principali 10 miniere aurifere della valle Antrona.